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Un pomeriggio di confronto sul ruolo dei corpi (e della loro assenza) nelle relazioni educative, formative e terapeutiche – ruolo che abbiamo sempre dato per scontato e che il digitale ci chiede oggi di ripensare. È possibile apprendere (e insegnare ad apprendere), è possibile prendersi cura (ed essere curati) senza compresenza fisica? Come cambiano le relazioni, i processi di apprendimento, i ruoli e le responsabilità? Come cambia l’affettività? E ancora: che fine fanno i corpi nelle relazioni digitali?
Introduce Angela Biscaldi, Università degli Studi di Milano
I fenomeni e le tendenze che arricchiscono i nostri spazi urbani in senso identitario e di appartenenza sono tanti: dall’arte classica a quella più contemporanea, prodotti, suoni, cose prendono posto nelle piazze, negli angoli, negli slarghi. Gli spazi che diventano luoghi e che accolgono le persone offrono un servizio, una funzione, l’Outdoor Interior Design o forme grafiche esprimono solamente un’idea, un concetto, un «decoro urbano», utilizzano i muri, le facciate delle case e dei palazzi come delle vere tele fuori scala: la Street Art. I suoni diffusi riempiono il vuoto e spezzano la routine quotidiana dei passanti, gli spazi della città diventano casse acustiche e fanno percepire nuovi i vecchi percorsi, una condivisione che rafforza il senso comune delle cose.
From spaces to places – a cura di Francesco Armato e Stefano Follesa
“L’invisibile e la solitudine” è un libro che nasce nei primi mesi di forzato isolamento dovuto alla circolazione del coronavirus nel nostro pianeta. Le riflessioni degli autori riprendono cosa è successo sul piano emotivo, soggettivo e relazionale ai tanti costretti in casa in quarantena. Un lavoro scritto con linguaggio narrativo semplice e accessibile a tutti espone, a partire dal vissuto degli autori, la gestione del disagio personale e sociale, nella speranza che ciò possa risultare utile a tutti coloro che vivono con difficoltà questo momento.
Tema generale della conferenza è il rapporto con l’abitare in una fase complessa di cambiamenti quale quella attuale. Quali mutazioni impongono o suggeriscono all’abitare le modalità di vita che stiamo sperimentando e quali suggerimenti possono arrivare da una lettura interdisciplinare? La riscoperta dei rituali domestici, il rapporto interno/esterno (il ruolo dei balconi), le commistioni tra momenti di vita e momenti di lavoro, il rapporto con le tecnologie (un nuovo galateo degli incontri virtuali?), il senso della privacy, i rapporti di vicinato e gli spazi condivisi, la necessità di una nuova prossemica, sono tutti argomenti che impongono un confronto e una capacità di visione per poter guardare all’opportunità che tale fase ci offre di reinventare la normalità e progettare gli scenari futuri.
L’abitare sospeso/Pending living – a cura di Stefano Follesa e Francesco Armato
Il Master in Interior Design dell’Università di Firenze si propone di formare figure professionali in grado di interpretare in maniera critica e creativa il rapporto tra oggetti, ambienti e persone. Integra conoscenze di tipo progettuale nel settore dell’arredo, dell’allestimento e del retail alla formazione di base di tipo storico e culturale dell’Interior design, dei materiali e delle tecnologie necessarie a svolgere in maniera consapevole la professione di interior designer.
Il corso è complementare alla formazione di primo livello in architettura, che sarà completata con le competenze alla scala dell’arredo, e alla formazione del designer, completata con l’approfondimento sul sistema degli spazi.
Il Master è rivolto ai laureati di primo livello nelle due discipline e in discipline contigue (Ingegneria, Accademie, DAMS). Il programma di formazione prevede attività pratiche e applicative quali workshop e tirocini in imprese e studi e atelier professionali ed esperienze progettuali nelle diverse tipologie di applicazioni.
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